Si percorre una viottolo incantato, a destra uliveti, a sinistra i vigneti. La strada poi finisce e inizia il sogno:
Casa di Baal. Un'azienda agricola che nasce da una realtà familiare centenaria fatta di agricoltori, di amore e di dedizione per la terra e i suoi frutti. Un connubio di tradizione e vitalità giovanile tra
Annibale, Anna e ben cinque figli.
Francesca è una di loro e ci ha raccontato con grande passione la storia di Casa di Baal. Gli studi universitari e le brillanti carriere nei rispettivi settori li avevano allontanati dalla loro terra d'origine. Ma il richiamo è stato più forte. Hanno deciso di tornare dove papà Annibale e mamma Anna li aspettavano: a casa, in questo fazzoletto di
terra cilentana, giusto al centro tra la Costiera Amalfitana, il Parco del Cilento e le colline dell'Irpinia.
Casa di Baal (ovvero “Casa di Annibale”), rappresenta un omaggio dei figli al padre Annibale e il simbolo dell’azienda, un elefantino, richiama proprio l’impresa dell'abile generale cartaginese. Qui si adotta da sempre uno stile di vita basato sull’autosufficienza, dove tutto quello che viene consumato è esclusivamente prodotto in azienda: dall'olio alla frutta, dal vino alla verdura. I 30 ettari di terreno - di cui 5 sono vitati – guardano verso il mare e dal mare traggono tutto ciò che è in grado di offrire. Oggi Casa di Baal produce 28.000 bottiglie l'anno in regime Biologico certificato, "quando il tempo ci sorride", aggiunge Francesca. Principalmente Aglianico e Fiano, ma anche piccole quantità di Falanghina, Merlot e Barbera.
Qui non manca nulla, ma c'è l'essenziale. Questo basta.