C'è però ancora qualcuno che resiste e mantiene alto il nome di questa DOCG, riscoprendo metodi di vinificazione puntuali, ricette antiche e vini strettamente territoriali. Tant'è vero che il Valdobbiadene Prosecco DOCG che si trova nel mercato è solitamente composto solo ed esclusivamente da uve Glera Tonda, che è la varietà più vigorosa e produttiva. La ricetta antica però prevede l’utilizzo anche di altre uve autoctone che, avendo una resa produttiva meno costante, negli anni sono state dimenticate. "Crediamo molto nell’importanza della biodiversità e nel potere di queste vecchie uve", ci ha detto Sara. E nel 2008 hanno intrapreso così un lungo cammino per riscoprirle e valorizzarle e, grazie a selezioni massali, sono riusciti a ricostruire la vera ricetta tradizionale.
La ricetta antica del Valdobbiadene Prosecco DOCG
La ricetta antica è composta per l’85% di Glera Tonda e dal 15% delle vecchie uve autoctone che sono: Glera Lunga, sorella minore della Glera Tonda; Perera, nota da fine ‘700 anche come “Uva della Madonna”, per la sua capacità di rimanere sana in pianta fino all’ 8 dicembre, ha una nota caratteristica di pera; Bianchetta, definita anche “la gentile” per la sua delicata fragranza, riporta dei sentori di pepe bianco; Verdiso, che era il vitigno più diffuso nel secolo scorso e ci regala note vegetali e balsamiche. La Glera Tonda conferisce la struttura base, mentre le altre varietà danno le note più caratteristiche.