Dionisio, Lia e Alessandro oggi gestiscono l’azienda a conduzione familiare, utilizzando solo uve provenienti esclusivamente da vigneti di proprietà. I terreni sono coltivati in modo naturale, con inerbimento spontaneo, senza nessuna concimazione, diserbo e pesticidi, mentre gli unici trattamenti apportati avvengono con rame e zolfo (di cava). Le uve sono raccolte a mano, scelte sulle piante nelle annate difficili, le fermentazioni sono, per i rossi spontanee, per i bianchi attivate con pied de cuve di lieviti indigeni preparate da loro. Sui vini rossi non vengono effettuate filtrazioni, sui bianchi invece una filtrazione sterile, nessuna aggiunta di tannini, gomme arabiche, disacidificanti e nessun tipo di chiarifica. Il vino è accompagnato fino alla bottiglia, dalla cura personale di tutti e tre.
“Vorremmo che i nostri vini vi raccontassero la nostra storia, il nostro territorio, la cura personale per ogni fase produttiva, ma soprattutto vorremmo che suscitassero in voi quelle sensazioni, quelle emozioni che fanno del vino una bevanda diversa dalle altre. Lavoreremo per questo. Riteniamo importante lo sforzo che da molti anni facciamo impiantando le nostre vigne nei suoli che riteniamo più adatti alle tipologie, senza seguire le esigenze di mercato."
È così che Lia, Dioniosio e Alessandro sintetizzano il loro concetto di viticoltura: naturale, spontaneo e animato da una passione infinita per il territorio a cui appartengono.
I terreni di coltivazione sono argillosi e calcarei e le uve - coerentemente con la filosofia produttiva di Lia, Alessandro e Dionsio - non subiscono nessun trattamento artificiale. La macerazione avviene in acciaio inox mentre la fermentazione in legno è spontanea; prima di poter essere bevuto, Kerres matura un anno in barili di rovere francese e poi affina in bottiglia.